Perché le donne soffrono di stitichezza più degli uomini? Quali sono le cause? Cosa fare per la stitichezza femminile, sintomi e rimedi.
Gonfiore e rigidità addominale, sensazione di pesantezza e di ostruzione, sforzo e dolore durante l’evacuazione, mal di testa, calo dell’appetito, insonnia, alitosi, dermatosi, compromissione delle interazioni sociali.
Questo, e molto altro, vive chi ha a che fare con la stitichezza, una condizione di acuta/saltuaria o cronica difficoltà a svuotare l’intestino attraverso l’espulsione delle feci, che spesso risultano dure e secche.
Stitichezza nelle donne
La stitichezza, detta anche stipsi o costipazione, può interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane ed è un problema che interessa maggiormente il sesso femminile (31,9%) per motivazioni strutturali, psicologiche e soprattutto ormonali:
- Il colon femminile ha una lunghezza di quasi dieci centimetri in più rispetto a quello maschile, questa è la risultante di un processo adattivo di sviluppo che nei secoli ha predisposto fisicamente la donna ad accogliere una gravidanza.
- Secondo una ricerca scientifica condotta dall’Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione Assosalute, il 40,8 % delle donne affette da stitichezza presenta una correlazione con lo stress.
- La menopausa rappresenta un ostacolo per la motilità intestinale, che viene notevolmente rallentata, aggravando condizioni preesistenti o aumentando il rischio d’insorgenza di stipsi. Per motilità intestinale si intende la capacità dell’organismo di far scorrere gli alimenti all’interno del tubo digerente.
La menopausa innesca numerosi cambiamenti nell'organismo femminile e tra questi alcuni interessano le vie digerenti.
In aggiunta a questo è anche un periodo in cui, a causa dello sconvolgimento ormonale, diminuiscono i livelli di estrogeni, aumenta il livello di stress e quindi di cortisolo, i muscoli pelvici si indeboliscono, talvolta aumenta l’assunzione di farmaci (soprattutto quelli contro l’ipertensione, contenenti ferro e quelli per la gestione delle patologie della tiroide che contengono calcio e alluminio) e diminuisce l’attività fisica.
L’integrazione di tutti questi aspetti concorre al rallentamento della motilità intestinale.
La novità di Probiofive Forte sta nella selezione degli antichi probiotici buoni coltivati a terra, ossia, provenienti da terre non contaminate.
INGREDIENTI
La maggior parte degli altri integratori di probiotici utilizzano formule di ceppi batterici economici, deboli, che muoiono prima di arrivare nell’intestino e rinnovarne la flora.
Questo prodotto, invece, ha scelto i migliori ceppi di probiotici stabili e duraturi, che sopravvivono agli acidi gastrici e arrivano intatti nel’intestino. Ecco i migliori 4 ceppi di batteri buoni in Probofive Forte (5 miliardi di probiotici):
- Lactobacillus acidophilus
- Termofilo di staphyloccoccus
- Lactobacillus rhnnosus
- Saccharomyces boulardii
- Inulina (uno zucchero che serve a nutrire i batteri)
BENEFICI
Lo squilibrio dei batteri della tua flora intestinale è spesso la causa principale di stitichezza, gonfiore, sensazione di pesantezza, ecc. L’assunzione di questi specifici probiotici, invece, ti aiuta a riequilibrare tutta la flora intestinale e liberarti dai problemi legati alla stipsi cronica od occasionale.
Ecco i suoi benefici principali:
- Riduce il gonfiore addominale e il meteorismo
- Risveglia il metabolismo e migliora il meccanismo di assorbimento degli alimenti
- Riequilibra la digestione, niente di acidità o sensazione di pesantezza!
- Rafforza il sistema immunitario
COME ASSUMERLO
Assumere 2 capsule al giorno con un bicchiere d’acqua.
Come riconoscere la stitichezza?
Non è facile individuare quale sia il limite per considerare una condizione patologica o non, la maggior parte della popolazione ritiene regolare un’evacuazione giornaliera, tuttavia fino ad un minimo di 3 evacuazioni a settimana può ancora essere considerata una condizione fisiologica.
Può capitare a tutte le donne, nell’arco della propria vita, di affrontare periodi di pigrizia intestinale, tuttavia esistono dei criteri ben precisi che guidano lo specialista nel formulare una vera e propria diagnosi di stitichezza, soprattutto se cronica: devono essere presenti sintomi come sforzo, sensazione di incompleto svuotamento e le evacuazioni devono essere inferiori a due volte a settimana da almeno un anno.
Se vengono assunti lassativi invece, per la diagnosi sono sufficienti (oltre allo sforzo e alla sensazione di incompleto svuotamento) evacuazioni inferiori alle 3 volte a settimana nell’arco di tre mesi.
Nei casi di stitichezza l’organismo può trarre beneficio dall’assunzione di adeguate quantità di acqua, fibre e frutta ma questo non determina un ripristino totale della motilità intestinale. Le feci, che nella stitichezza sono dure e secche, attraverso l’idratazione possono diminuire di volume e consistenza.
Come diagnosticare la stitichezza
E’ davvero fondamentale il consulto con il medico. Anche se il paziente che ne è affetto nella maggior parte dei casi riesce in autonomia a riconoscere i propri sintomi e a individuare la propria condizione di costipazione, può non considerare alcuni aspetti che con una diagnosi fai da te vengono trascurati:
- Possono esserci altre problematiche associate, comorbidità o può essere difficile fare una diagnosi differenziale, a volte infatti può trattarsi di Sindrome dell’intestino irritabile
- E’ utile esplorare le cause
- E’ necessario avere indicazioni per il trattamento più specifiche, ai fini di una miglior prognosi
Il medico, attraverso il colloquio e la visita, può formulare la diagnosi. Raccoglierà l’anamnesi e se necessario compirà un’esplorazione rettale e l’anoscopia. In aggiunta a questo, può essere indicato fare un Test del pallone rettale o un rx del tratto intestinale.
Stitichezza nelle donne: cosa fare per andare in bagno?
Come detto in precedenza, nelle condizioni di stitichezza cronica la problematica non si estingue totalmente grazie al miglioramento dello stile di vita quotidiano, questo però potrebbe apportare alcuni benefici. E’ utile:
- Modificare le abitudini alimentari, aumentando la quantità d'acqua che dovrebbe non essere inferiore ai 2 litri giornalieri, aumentando le porzioni di fibre e frutta (soprattutto prugne) e riducendo le proteine
- Dare regolarità all'intestino, cercando di defecare sempre alla stessa ora
- Praticare attività fisica regolare, almeno 30 minuti al giorno
- Non reprimere lo stimolo quando si presenta
- Praticare massaggi alla pancia, soprattutto al basso ventre quando si avvicina lo stimolo
- Sottoporsi a sedute di ginnastica per il pavimento pelvico con gli esercizi di Kegel
- Intraprendere una terapia psicologica di tipo psico-corporeo che possa favorire la focalizzazione e la consapevolezza corporea
- Partecipare a training di rilassamento psico-corporeo che possano insegnare tecniche di rilassamento da poter svolgere guidati da un tutor ma anche in autonomia, soprattutto quando si sta avvicinando lo stimolo e la paura del dolore fa irrigidire e contrarre i muscoli, complicando la situazione.